Perth Forecast

mercoledì 12 dicembre 2012

NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI




A Novembre i ragazzi del Year 12 hanno sostenuto gli "esami di maturità".
Per alcuni di loro, intenzionati a proseguire gli studi, saranno decisivi in quanto molte facoltà richiedono un punteggio minimo per potervi accedere.
Altrimenti potranno scegliere il TAFE (Technical and Further Education), ovvero il nostro istituto tecnico.
L'ultimo anno della scuola superiore è, per tutti, un anno particolare e ricco di emozioni.
Nostalgia di un ciclo che sta per terminare, paura per un futuro dove bisogna essere ancora più protagonisti e tristezza per dover lasciare persone con cui si è cresciuti insieme.
Questi e molti altri sono i sentimenti che ognuno di noi ha provato al sopraggiungere degli esami di maturità.
Ho voluto, quindi, dare la parola ai ragazzi del corso di italiano della Eastern Hill SHS.
Intervistandoli, ho permesso loro di esprimersi, di dare un'opinione sul loro ultimo anno di high school e sul ciclo che stanno per concludere.

ELOISE
Ho trovato l'ultimo anno difficilissimo e nello stesso tempo il più importante in quanto l'esperienza che ho vissuto, non solo a scuola, mi ha fatto crescere e maturare.
Ad esempio, alla fine della gita di 10 giorni a Melbourne con la scuola durante l'inverno (l'estate in Italia NDR) ero irritata per il comportamento di alcuni compagni di viaggio, ma ho imparato che è importante avere pazienza e rispettare le persone con idee diverse (parole sante Eloise!!).
Lo stare vicino costantemente con i miei compagni e con altre persone che non conoscevo o che non mi piacevano, mi ha permesso di scoprire aspetti nascosti ed interessanti.
In questo modo la gita di Melbourne mi ha portato ad aprirmi di più agli altri e alle loro idee.

LEE-ROY
Ho constato che, nell'ultimo anno, ho potuto socializzare soprattutto con gli studenti del Year 11.
La scuola, oltre a darmi una cultura generale in molte materie (fisica, italiano, inglese, musica e 2 matematiche), mi ha fatto maturare come persona e comportarmi meglio con certe persone.
Per me maturità vuol dire che, se con gli amici posso comportarmi come voglio, ovvero posso essere strano e sciocco, con gli adulti devo adattarmi al loro modo di comportarsi ed essere sempre corretto.
Ho realizzato, infatti, che, per essere felici nella vita, bisogna essere simpatici e gentili verso tutti.
(Se gli adulti imparassero a "giocare" di più e a prendere meno seriamente la vita, ne guadagneremmo in salute).

MADDILEURS
La scuola, per me, è un mezzo per maturare acquisendo più responsabilità e rispetto verso tutti, soprattutto gli insegnanti.
Non ho tanta paura di finire la scuola.
Sono triste perchè non rivedrò più i miei amici, ma so che si è trattato di un capitolo della mia vita.
Invece la famiglia resta un punto fermo su cui contare sempre.


LAUREN
Dopo essere tornata da un'esperienza indimenticabile in Italia dove sono stata ospite per 2 mesi in una famiglia italiana, ho dovuto studiare tantissimo per essere pronta agli esami.
Un altro ricordo molto bello è il ballo di fine anno.
E' un appuntamento che gli studenti aspettano con ansia (addirittura molti ragazzi nei giorni precedenti l'evento non vanno a scuola perchè devono prepararsi nei minimi dettagli ed alcuni arrivano a spendere fino a 1.000$ per un vestito. I comitati studenteschi delle varie scuole organizzano il ballo nei posti più famosi della città, come hotels di lusso, centri congressi, etc. I ragazzi, a proprie spese, affittano le limousines per arrivare all'appuntamento come veri e propri VIP).
Io sono arrivata in limousine al Perth Convention Centre con i miei amici ed avevo un vestito elegante di colore giallo chiaro fino a terra.
(Contrariamente a quanto si possa pensare, l'evento è alcol-free e smoke-free ed a mezzanotte è tutto finito. Tuttavia i ragazzi proseguono la serata organizzando feste in casa propria e, per evitare infiltrazioni di intrusi, affittano delle security guards).

CASSIE WRIGHT
Il ballo è stato un momento indimenticabile, ma anche molto costoso. Infatti ho speso circa 1.000$.
Per me e gli altri miei amici è stata una serata di divertimento senza dovere pensare agli esami o alla scuola.
Le ragazze erano molto eleganti, indossavano tacchi alti e si erano truccate molto.
Sono arrivata al ballo in limo con il mio ragazzo ed altri amici indossando un abito viola scintillante.
Abbiamo ballato per tutta la serata.
Tuttavia, dopo il ballo so che devo studiare molto per gli esami  che sono determinanti per accedere all'università (voglio studiare per diventare un grafico anche se credo di non essere all'altezza).
L'ultimo anno è stato uno dei migliori della mia vita, ma non vedo l'ora di finirlo per avere più libertà e indipendenza.


Non ho potuto "intervistare"i ragazzi del Year 12 della Morley SHS (Zoe, Fabian, Cesare e Denise), ma parlando spesso con loro, ho capito che provano gli stessi sentimenti dei loro coetanei.
Sentono molto la pressione e sanno che devono studiare molto per passare gli esami.
Comunque sia hanno molti bei ricordi dell'ultimo anno, soprattutto del ballo della scuola.
Zoe vorrebbe studiare Giurisprudenza per diventare un procuratore.
Denise vuole fare la stessa facoltà, ma per diventare avvocato.
Cesare, invece, vuole diventare architetto.
Infine Fabian non sa cosa vuole fare (ogni volta cambiava mestiere), ma sembrerebbe interessato a diventare pilota di aerei commerciali.

Ascoltando i racconti di questi ragazzi, ho percepito nitidamente le loro emozioni, sogni, paura per il futuro e tristezza per non rivedere più molti compagni.
Le stesse che abbiamo provato noi ai tempi delle superiori.
La scuola superiore e' sempre stato il periodo più bello per tutti noi.
E' il momento in cui impariamo ad essere protagonisti della nostra vita: i primi amori, i primi baci, le prime delusioni e, soprattutto ,la volontà di volere far parte del mondo.
Un particolare molto bello è che ogni scuola, alla fine degli esami, di solito a Dicembre, organizza una cerimonia in grande stile di consegna dei diplomi oltre che a vari premi.
I più importanti sono il WACE Dux Award (Western Australia Certificate of Education), che va allo studente che si è distinto di più in termini di voti, ed il VET Dux Award (Vocational Education and Training) che va allo studente che andrà al Tafe ed ha ottenuto i migliori voti.
Altri premi sono, per esempio, la persona più simpatica della scuola, oppure il più sportivo o lo studente che più si è dedicato alle attività scolastiche.
Non mi dilungo più di tanto (anche se vorrei) perchè credo che i racconti di questi ragazzi valgano già il post.

Auguro un in bocca al lupo a tutti loro per gli esami e per un futuro brillante.


martedì 2 ottobre 2012

ENJOY YOUR LIFE


Run
Run
And run again
towards your dreams
towards your happiness, sadness and love
Go out
Play
and have fun
Life is too short
You don't need to stress everyday
It's a wonderful life
keep it
and make it a masterpiece
Live your dreams
and dream your life
Run outside your suburb
your city
your country
and discover the world
the world needs you
as you need the world
Work for living
Don't live for working
Listen your life
she is whispering to your ear
Enjoy it
and leave your worries behind.

mercoledì 26 settembre 2012

un (forse) posto nel mondo



A volte ci siamo chiesti se questo possa essere il nostro posto nel mondo. Per Ricky sicuramente si,per quanto mi riguarda ho ancora delle riserve che nascono dagli affetti di tutti i giorni in Italia e da una cultura/stile di vita completamente differenti. L'Australia e' infatti in alcuni suoi aspetti molto superficiale. Basta guardare un tg o leggere un quotidiano per rendersene conto: gossip e sport fanno la parte da leoni, ma anche il sistema scolastico ha le sue carenze, che non mi sento pero' di giudicare, perche' sono ricercabili in una cultura che affonda le sue radici in una storia ancora troppo breve e quindi in un paese ancora troppo giovane.
Australia o OZ non vuol dire Londra, Berlino o Madrid, dove basta un volo di circa un'ora, molto spesso low cost, per tornare a casa. Australia vuol dire vivere nell'altro emisfero del globo, dove le stagioni sono opposte, dove l'acqua gira nel senso opposto, dove il fuso orario varia dalle 6 alle 9 ore in avanti. Dove si parla un inglese diverso, dove si paga in bucks,dove si viene pagati settimanalmente o fortnightly (vi assicuro e' favoloso), dove  per fare una skyppate con i tuoi genitori devi prendere un appuntamento e dove per tornare a casa ci vuole un intero giorno e circa 700 euro (da intendersi ovviamente one way). Sono tante le differenze che ti fanno capire quanto sia lontana e diversa ma sono molti gli aspetti che possono portare ad una scelta contraria. Quella che moltissimi immigrati italiani hanno fatto tanti anni fa. Prima fra tutti un FUTURO (gia' questo basterebbe per rimanere) che molto spesso nel nostro paese s'intravede o e' gia' sfumato ancora prima d'iniziare.
La possibilita' di vivere come vuoi facendo il lavoro che ti piace di piu'; un lavoro che molto spesso non richiede una facolta' piu' "facoltosa" delle altre o un ateneo migliore di un altro.Tanto piu' non richiede obbligatoriamente un "pezzo di carta" per avere una vita dignitosa, anzi una vita di gran lusso (prossimamente un post sul boom delle mines). In Australia si puo' uscire in pigiama o scalzi (questo succede davvero ed e' anche molto diffuso) e non ti fara' sentire uno sfigato senza Iphone 9 (anche se qui tutti hanno un iphone visto la ricchezza diffusa) o senza la macchina "gggiusta". Parlando con amici italiani sono tutte queste le cose che non ci mancano del nostro Paese  (anche se poi vedi al cinema Madagascar 3 e ti rendi conto di quanto il tuo Paese ti appartenga). Un posto dove apparire non e' necessariamente richiesto e sottolineo non vuol dire "essere". L'Australia e' un paese dove ognuno puo' scegliere la sua strada, basta sapersela guadagnare e fare sacrifici (che forse quando sei a casa non sei disposto a fare, questione di comodita') senza avere la carta del "papi" o essere necessariamente "il figlio di".
Fare un bilancio e' davvero impresa ardua. Sinceramente sono venuta qui per vivere un'esperienza di vita che mi permetta di aprire (anche se i miei sono gia' enormemente spalancati) gli occhi per conoscere un mondo in tutte le sue diversita' senza rimanere chiusi in confini che spesso soffocano la mente e fanno aprire le bocche solo per far prendere aria. Bisogna provare e poi parlare, se non vivi certe esperienze, forse non lo capirai mai, perche' viaggiare (non fare una vacanza a volte questi due termini sono spesso confusi) ti permette di arrivare ad orizzonti lontani che non avresti mai pensato di poter raggiungere.

Giovanna (Pimp)

lunedì 24 settembre 2012

GUIDA GALATTICA PER TURISTI. Cosa da sapere quando si giunge a Perth


Le info contenute in questo post si basano sulla nostra esperienza e su quella delle persone che abbiamo conosciuto.
Una volta arrivati all’aereoporto e superata la dogana, la prima domanda che vi passera’ per la testa sara’: ”E ora? Che faccio?”.
Bene. Per arrivare in citta’ potete scegliere il taxi o una navetta speciale.
Entrambi costano, ma la seconda lo e’ di piu’.
Un’alternativa economica e’ farvi portare in taxi alla stazione del treno di Midland (la piu’ vicina all’aereoporto) e da li’ prendere il treno per la citta’ (Perth Station).

SOLDI
Prima di tutto va detto che Perth e’ la citta’ piu’ cara dell’Australia. Di conseguenza, TUTTO COSTA MOLTO (dal cibo all’affitto).
Consigliamo, per sopravvivere I primi tempi, di portarvi almeno 4,000$.
Ricordiamo che se vi portate soldi contanti con voi, dovete dichiararli alla dogana.
Ricordiamo, inoltre, che alla dogana, oltre a visto e passaporto, possono richiedere copia dell’estratto conto in cui si attesta di avere in possesso almeno 5,000$.
Se leggete I vari blog, sembra una leggenda metropolitana. A noi e alle altre persone che abbiamo conosciuto non e’ stato richiesto, ma non si sa mai.
Quindi e meglio esserne in possesso.

BANCA
Ci sono tantissimi istituti bancari (sia quelli che hanno filiali solo nel Western Australia sia quelli che ne hanno in tutta l’Australia).
Noi abbiamo scelto la COMMONWEALTH (ci e’ stata consigliata da Laura & Germano) in quanto i vari costi sono minimi ed, inoltre, si trova ovunque nel caso decideste di viaggiare.
La NAB, per citarne un'altra, non ha nessun costo amministrativo del conto corrente.
Aprire un C/c e’ semplicissimo ed il personale e’ molto disponibile (in 15 minuti avete finite tutto).
La carta di credito/debito arriva entro una settimana.
Raccomandiamo di mettere subito dei soldi nel C/c in modo da evitare di prelevare dal conto italiano e pagare delle commissioni (dai 2,5$ ai 3$).
Il conto e’ importante perche’ permette al datore di lavoro di versare lo stipendio (richiedono di solito il numero di conto, il nome del conto e la SBS, cioe’ il nostro Iban).
Ricordiamo che quando si vuole prelevare (withdrawal) o pagare, ci viene richiesto di scegliere il tipo di account:
-          SAVINGS -> addebito diretto;
-          CREDIT -> addebito a fine mese;
-          CHEQUE -> mai usato, quindi no info available at this time.
In molti casi, quando compriamo con la carta, ci chiedono se vogliamo del CASH OUT (cioe’ se vogliamo dei soldi cartacei).
Per esempio, se dobbiamo pagare 50$, ma vogliamo anche 50$ cartacei, chiediamo di avere 50$ di cash out. In questo modo ci verranno addebitati 100$ sul C/c.
E’ un modo semplice per evitare di dover andare alla banca e prelevare ogni volta.

TFN
E’ il tax file number.
E' il codice identificativo personale tramite il quale paghiamo le tasse attraverso il nosto datore di lavoro (le trattenute sono intorno al 29%).
Se non si fornisce il Tfn, il datore di lavoro applichera' la trattenuta massima, cioe' intorno al 45%.
Se il datore non lo richiede, vuol dire che ti vuole pagare in nero.
E' gratuito e si ottiene sul sito del governo australiano.

TELEFONO
Ci sono 3 compagnie in Australia: Telstra, Optus e Vodafone.
La prima e’ la migliore in termini di copertura, ma e’ piu’ cara. La Optus e’ un’ottima via di mezzo. Vodafone e’ la meno cara, ma ha poca copertura.
Fatevi un giro in centro (Murray Street o Hay Street) oppure nei grandi centri commerciali (La Galleria a Morley, Garden City a Melville o Harbour Town a West Perth giusto per citarne alcuni) e troverete tanti negozi in cui entrare e chiedere informazioni.
Il numero australiano e’ importante sia per cercare lavoro, sia per trovare casa.

TRASPORTI
Perth e‘ collegata molto male. Dimenticatevi gli orari italiani (quindi armatevi di MOLTA pazienza).
Si puo’ aspettare un autobus dai 30 minuti ad 1 ora.
La domenica questi ultimi iniziano tardi alla mattina e terminano molto presto la sera.
La TRANSPERTH e’ la societa’ che gestisce I trasporti pubblici.
Perth e’ divisa in zone.
Si va dalla zona gratuita (il centro cittadino) alla zona 10 (Mandurah) passando salla 2 Section (e si viaggia entro un certa distanza dalla fermata), Zona 1, Zona 2, etc.
Non esistono abbonamenti  settimanali o mensili.
L’unica alternative al biglietto cartaceo e’ la tessera SMARTRIDER (acquistabile in quasi tutte le edicole al costo di 5$ + 10$ minimo di ricarica).
Con la tessera si ottiene uno sconto del 15% rispetto al costo normale del ticket.
Se si attiva l’”autoload” (cioe’ la ricarica automatic attraverso addebito diretto su C/c), lo sconto e’ del 25%.
Si puo’ ottenere una “concession” se si e’ student universitari o iscritti a qualsiasi corso per un minimo di 6 mesi. In questo caso lo sconto e’ la meta’ del ticket fare.
Ricordiamo che con la tessera bisogna SEMPRE passarla (TAG ON/OFF) su un congegno situato vicino le porte degli autobus e agli ingressi/uscite delle stazioni ogni volta che si prende o si scende da un mezzo pubblico.
In caso contrario si paga una “multa” di 10$ che vengono scalati dalla smartrider (ne so qualcosa!!).
Ci sono 6 linee di treni leggeri che partono da Perth Station (i capolinea sono Fremantle/ Mandurah/ Clarkson/Midland/Armdale/Thornlie)
In citta’ quasi tutti gli autobus partono da Wellington Bus Station (accanto a Perth Station) e da Esplanade Busport (situata quasi vicino la riva del fiume).
L’autobus si ferma facendo cenno con la mano all’autista (in caso contrario non si fermano neanche se vi buttate in mezzo alla strada).
Non fatevi affidamento agli orari esposti alle fermate in quanto spesso arrivano in anticipo o in ritardo. Vi consigliamo, quindi, di arrivare almeno 5 minuti in anticipo.
Inoltre non chiedete info agli autisti perche’ non sanno nulla (mettere un piccione alla guida, tis a fornire piu’ indicazioni).
Un consiglio e’ memorizzare il numero della fermata e osservare fuori dalla strada (schiacciare il bottone quando si vuole scendere altrimenti non si fermano).
Quando siete sugli autobus trovate subito un appoggio e tenetevi saldi in quanto non sanno guidare e inchiodano all’improvviso (ne ho viste di persone finire al posto di guida).
Infine per il centro cittadino sono attive 3 linee di autobus gratuite (YELLOW/BLUE/RED CAT).

ASSICURAZIONE SANITARIA
Meglio nota come MEDICARE.
Se non siete gia’ in possesso di una vostra assicurazione sanitaria, ricordiamo che gli italiani possono avere gratuitamente una carta che, per 6 mesi, vale come assicurazione sanitaria.
Prima di partire, bisogna andare in qualsiasi ASL e richiedere un certificato da compilare per ottenere un’assicurazione sanitaria in Australia.
Arrivati a Perth, andate sulla Saint George Terrace e cercate il Medicare Centre. Entrate e fornite passaporto, visto e il foglio ottenuto in Italia.
Vi daranno una sorta di foglietto temporaneo con il numero della vostra medicare.
La tessera vi arrivera’ in una settimana.
Ogni volta che pagate una prestazione sanitaria, vi chiederanno la tessera. In questo modo vi rimborseranno circa il 40% del costo.
Vi consigliamo di fornire alla medicare il vostro numero di C/c. In questo modo, vi accrediteranno i soldi direttamente all’atto del pagamento.
Altrimenti vi forniranno la ricevuta e con questa dovrete andare alla Medicare per farvi rimborsare.

ALLOGGIO
Per la sistemazione vi consigliamo, per I primi tempi, di andare in un ostello (ce ne sono tanti in citta’) in modo da conoscere persone, avere una base e, magari, spulciare la bacheca alla ricercar di qualche lavoro.
Dimenticatevi igiene e pulizia.
Raccomandiamo di trovare, all’inizio, una sistemazione vicino o in citta’ dati i costi e I tempi dei trasporti pubblici (e le distanze soprattutto).
Laura & Germano sono stati al Billabong (su Beaufort Street), 10 minuti a piedi dal centro.
Dicono che sia discretamente pulito ed economico.
Un altro ostello e’ lo Swan Barracks (all’incrocio tra Beaufort Street e Barracks Street) situate a 5 minuti a piedi dal centro.

Speriamo di avervi fornito tutte le info utili per sopravvivere I primi tempi a Perth!
Comunque sia, vi consigliamo di armarvi di uno bello zaino, scarpe comodo ed una mappa e, pian piano, esplorare la citta’!!
Enjoy!!!

domenica 23 settembre 2012

A SMALL REAL MELTING POT


Tuesday, 18 September 2012.

Sono appena tornato dopo un barbeque fatto a casa di alcuni colleghi.
Nel tragitto di ritorno mi sono messo a riflettere su coloro che erano presenti alla cena.
Effettivamente e’ stato un melting pot di persone: c’era tutto il mondo.
Non in senso numerico, ma bensi’ di provenienza.
C’erano europei, asiatici, canadesi, indiani ed australiani.
E’ stata una serata in cui diverse culture si sono incontrate spontaneamente.
Seppure ci dividono lontananza e lingua, ho notato come siamo molto simili.
Ovviamente ognuno di noi ha, come base, una cultura differente che ci porta ad osservare il mondo in tanti modi.
E’ buffo pensare che in un giorno di Settembre, in una casa situate nell’isolata Perth, alcuni ragazzi provenienti da ogni angolo del mondo, si sono incontrati ed hanno condiviso il proprio pezzo di vita, le proprie idee ed emozioni.
E’ strano pensare che da qui a 3 mesi, 6 mesi o un anno ognuno prendera’ la propria strada per continuare ad inseguire I propri sogni.
Questo momento mi ricorda molto le vacanze estive.
E’ un period in cui, lasciate alle spalle le preoccupazioni di tutti I giorni, si conoscono nuove persone, si formano nuovi amori, si ride, scherza e piange.
Tutto cio’, pero’, termina con la fine delle ferie ed ognuno ritorna alla propria vita.
Le persone conosciute, anche solo per un minute, si spostano da ricordo vivo a a memoria del passato.
E’ buffo pensare che, davanti ad un pezzo di carne ed un bicchiere di vino, ognuno di noi era cittadino del mondo.
L’indiano ha stretto la mano all’italiano; il francese ha riso ad una battuta dell’australiano; il canadese ha offerto del cibo al malese.
Le differenze sono state lasciate fuori dalla casa.
La curiosita’ apre le porte al mondo.
L’ignoranza chiude le porte del proprio cuore.
Tutto il mondo e’ paese. 
Dopo oggi, ancora di piu’, credo che tutti noi siamo cittadini di un unico Stato: il mondo.


venerdì 21 settembre 2012

PARTICOLARITA' AUSTRALIANA... TA





TA
Thank u o meglio TA come dicono gli Ozzies.
Una parola che moltissime volte ho dimenticato di dire in Italia, ma che, da quando sono in Australia, ho imparato ad apprezzare, ma soprattutTo ad usare.
Ebbene si, ringraziare in Australia è, prima di tutto, un piacere e, poi, un dovere.
Si ringrazia quando si scende dall’autobus  (vi assicuro che qui a Perth i mezzi pubblici sono tutt’altro che da “ringraziare”).
Si ringrazia quando si ordina e si riceve il cibo nei ristoranti o nei bar.
Si ringrazia quando i piatti vengono ritirati dai camerieri lasciando sempre un commento su quanto appena mangiato (quasi sempre positivo).
Si ringrazia sempre per qualsiasi servizio ricevuto.
Non farlo, viene visto come un enorme segno di maleducazione.
Quello che piu’ mi ha sbalordito e’ che la manager del caffe’, ogni volta che termino la mia giornata mi saluta con un GRAZIE. Grazie per il lavoro svolto!
Cosa inverosimile! Dovrei essere io a ringraziarla perche’ mi da' il lavoro.

Oltre al TA ovunque tu ti rechi (in banca, posta, farmacia, supermercato, autobus, etc.) il saluto dell’addetto  e’ sempre accompagnato con un “how are you today?” o “How is going?” "How are ya mate?"(addirittura, una commessa di Coles, il supermercato in cui facciamo la spesa, ci ha chiesto come e’ andato il week-end).                                        
Credetemi. Sentire sempre queste domande, ti rallegrano tantissimo la giornata, al di la di come sia iniziata quest’ultima.
Sono piccolo gesti, ma che non si possono non apprrezzare!!!

giovedì 2 agosto 2012

LIFE AT SCHOOL!!!


Back to school!!!!
Questo post e' dedicato all'istruzione australiana.
Anziche' scrivere dati, statistische, etc. abbiamo pensato di "intervistare" direttamente gli "addetti ai lavori", ovvero coloro che lavorano nel sistema scolastico australiano.
In questo modo il post diventa piu' realistico.
Ora sedetevi comodi, prendete popcorn e coca cola e godetevi l'intervista!

Nome:  
ENZA: Enza Sangiorgio

OLIVIA: Olivia Cosentino              

LAURA:   Iride ;) 


Età:   
ENZA: 56

OLIVIA: 25

LAURA: 27 anni e 11 mesi :D (ai tempi dell'intervista non aveva ancora 28 anni NDR)


Da quanto sei in Australia:   
ENZA: I was born in Australia and lived in Melbourne  until I was three years old. My parents then  went back to Italy  and we stayed there until I turned  seven.   I started school in Rome and I was  almost  eight  when we returned to Australia to settle permanently.  I grew up in Perth and finished my university studies and then returned to Italy on a holiday in 1980.  I ended up staying 17 years and returned to Perth in 1997.  It is therefore hard  for me to say how long I have been in Australia, because I have gone back and forth from both Australia and Italy several times.  Let’s say that I have been back in Australia “permanently” since 1997.

OLIVIA: sono nata in Australia

LAURA: da un anno e 4 mesi


Quale è il tuo lavoro:  
ENZA: I’m a language teacher (Italian and French)

OLIVIA: insegnante di italiano e inglese

LAURA: sono child educator presso l'UWA Early Learning Centre 


Mi descriveresti la tua giornata tipica di lavoro:  
ENZA: A typical working day in a school would start with me arriving early to work (schools start anywhere between 8.30 and 9.00am here).  I would normally arrive at 7.30 am and start working on my  lesson preparation (notes, teaching aids, video clips, photocopies of exercises to be done in class and so forth).  I would start my working day with my first class ( I would have roughly  between 4-6 classes on any given day) and continue until morning tea break around 10.30am.  Tea break is usually 20-30 minutes and I would go to the staff room to enjoy a cup of tea or coffee and a chat with my colleagues.  I would then resume my lessons in either Italian or French and continue like this for the whole day.  Depending on my timetable and my school, I would have forty minutes of  DOTT time (DOTT stands for “Duties Other Than Teaching”) where I would be free to  do more lesson planning and/ or correcting of student work.  During this time , I may have administrative work to do, or I may contact parents to discuss student progress if necessary.  I would have a lunch break around 1pm, which would usually last for 40 minutes and then I would resume my teaching in the afternoon.  School usually finishes any time between 3.00 to 3.30pm.  I would rarely go home immediately, as I would undoubtedly have more work to finish before leaving.  I would usually go home around 4.30pm.

OLIVIA: Ci sono 5 lezioni (ore) al giorno.  Per ogni lezione, ho una classe differente. Per esempio, la prima ora il lunedì ho la classe di inglese (anno 9). Poi, ho una classe di italiano (anno 8), dopo questo c’è l’intervallo (20 minuti). La terza ora ho una pausa per fare altro lavoro (preparare lezioni, parlare con altri insegnanti, appuntamenti, ecc.) e poi ho un’altra classe di italiano (anno 8). Poi abbiamo la pausa per pranzo (35 minuti) e per l’ultima lezione ho la classe di italiano con gli studenti di anno 11.
Arrivo a scuola verso le otto di mattina (dipende da quanto preparazione devo fare quel giorno) e torno a casa verso le 4-5 di sera. Poi a casa, il lavoro continua. Preparo lezioni, valuto temi, brani, compiti, ecc.

LAURA: ogni settimana il mio shift e' diverso, ma lavoro sempre 7.5 ore al giorno inclusi 15 minuti di pausa, piu' 1 ora extra per il pranzo. Ho iniziato come part-time employee, e dopo 3 mesi ho firmato un contratto full-time, ma e' stata solo fortuna dato che molte colleghe australiane e con molta piu' esperienza sono ancora casual. Diciamo che mi sono trovata al posto giusto nel momento giusto.Ad ogni modo, a causa dei limiti imposti dal WHV, a settembre dovro' lasciare il lavoro e cercarne un altro.
Nel posto in cui lavoro siamo 3 educator ogni 12 bimbi (il rapporto e' di 1:3 per la fascia di eta' 1-2 anni).
 Io e le mie colleghe abbiamo compiti diversi in base al nostro shift, per esempio chi inizia all'apertura alle 7.30 deve fare il primo turno di cambio pannolini, preparare i bimbi per il morning tea (lo spuntino delle 9 del mattino) e pulire appena finiscono, e organizzare l'attivita' artistica del giorno; cosi' come chi inizia dopo (middle shift dopo le 8 o late shift dopo le 8.30) dovra' occuparsi del cambio pannolini della tarda mattinata o del pomeriggio, organizzare e pulire dopo il pranzo o dopo l'afternoon tea (lo spuntino pomeridiano), cullare i bimbi durante il sonnellino pomeridiano. Inoltre a turno ogni giorno una di noi pulisce il bagnetto. I compiti sono tutti ben stabiliti e organizzati, ma c'e' anche molta flessibilita': e' chiaro che ci si aiuta a vicenda anche se ognuna di noi deve rispettare la propria lista delle cose da fare.
Anche se in genere in tutti gli asili si segue la stessa procedura, non tutti sono in grado di essere cosi' organizzati e precisi: per esempio, l'asilo dove lavoravo in precedenza era molto caotico, a mio avviso.


Puoi descrivere il  sistema scolastico in cui lavori:(early learning/primary/high-school/university)  
ENZA: I’m a high school language teacher.  I teach students ranging from 13years of age to 17 years of age.  In high school, we prepare students for their year 12 exams which give them access to tertiary institutions  or employment.

OLIVIA: The high-school I work at caters for students in Year 8 to Year 12. The students’ ages are from 12 to 17 years old. There are approximately 150 students in each year group but each year this number varies.
The school has 3 principals: one chief principal and two deputy principals. The Principal is in charge of all school matters while one Deputy Principal is in charge of students and the other is in charge of staff.
The school has an administration office, a library, a canteen, cleaners and gardeners. There is also an Education Support Unit, which caters to students with special needs (educational disabilities).
The school is divided into learning areas: Mathematics, Science, English, Society and Environment (Geography, History, Economics), LOTE (Languages other than English: Italian, French, Japansese), Art, Music and Drama, Design and Technology, Physical Education. Each learning area has a teacher who is the Head of Learning Area (HOLA). This person communicates directly with Principals on matters associated with the learning area they represent.
Each week there are meetings amongst learning areas, Principals, administration and other committees. In these meetings, the groups of teachers and administration officers discuss school matters and make decisions for the school.

LAURA: Lavoro nell'early learning, quindi si parla della fascia di eta' 0-5 anni. Onestamente mi sento ancora ignorante riguardo il sistema scolastico australiano; per quello che riguarda gli asili, le educatrici sono tenute a scrivere un diario settimanale di quello che succede in classe e le attivita' educative svolte. Tutto e' regolato dall' EYLF - Early years learning framework - che descrive tutti i principi, procedure, linee guida per l'educazione dei bimbi in eta' prescolare. 
Le educatrici devono osservare i bimbi durante qualsiasi attivita' (pranzo, gioco libero, intentional teaching, disegni, ecc.) e scrivere le proprie riflessioni e osservazioni; di solito sono le "qualified educator", cioe' quelle diplomate o laureate in early childhood education, che scrivono diari, osservazioni e programmano le attivita' da svolgere. Ovviamente anche le "assistant" possono, anzi devono, osservare, proporre nuove idee, partecipare attivamente e aiutare le qualified! Nel mio caso per esempio, essendo italiana, io e le mie colleghe abbiamo deciso che una volta alla settimana insegnero' una parola italiana ai bimbi (con un gioco o con un'attivita' artistica), facendo uso quindi dell' intentional teaching. 
Le educator devono anche partecipare a workshop di varie tipologie e aggiornarsi di continuo riguardo le attivita' educative da svolgere con i bimbi.
Concludo con una precisazione: ho sempre usato il femminile parlando di educatrici, perche' pare che qui sia un lavoro per donne e Ricky ne sa qualcosa. ;) 


Quali sono I punti di forza del sistema scolastico australiano e quali quelli negativi:  
ENZA: POSITIVE ASPECTS - I would say that the most positive aspect of the australian education system is the fact that  in any given subject, a lot of importance is given to  the practical side of things.  There are lots of “hands on” activities in any subject studied at school.  Another positive aspect is that teachers are much more available for their students and often go out of their way to help them.  Students are given an enormous amount of help (doing revision, studying  for  tests/exams, going over work,  and so on).  Students are given warning  for any upcoming  tests or exams and this gives them an advantage so they can prepare appropriately.   I have also noticed that in  the  in early childhood stages,   (kindy and pre-primary)  a great deal of importance is given to making children  do very practical things when learning. It also encourages independence in children at this very early age.

NEGATIVE ASPECTS-  Whilst early childhood education works really well in Australia, I feel that upper primary and secondary school tend to teach things in a rather  superficial way.  Many notions are introduced (at a superficial level) and the “outcomes” based method that has been used tends to be generic and dispersive.  Furthermore, the fact that Australia still does not have a National Curriculum means that each state uses different programmes and standards for conducting and evaluating  different disciplines.  Luckily, a National Curriculum will be shortly implemented and hopefully, education across Australia will be more uniform.
Another negative aspect has been the fact that for the sake of “stimulating” students and keeping them “entertained” at school, things like grammar, syntax and basic literacy and numeracy skills  which might be considered “boring” by the students , have not been taught properly.
Furthermore, the tendency in the Australian system is to encourage students to regurgitate things  learnt off by heart rather than making them think critically  and question things.  Learning seems to be based on  “When”/ “Who”/ “What”/  rather than “Why” or “How come” or “What if”

OLIVIA: I am only in my first year of teaching and so I am still learning a lot about the high school education system. I cannot think of any positive aspects but I have one main criticism of the current system. It is this: each state has a different curriculum. The Federal Government is implementing a nationwide curriculum in the next few years and I think this is way overdue. Still today, each State of Australia teaches children different courses/materials, yet with technology and globalisation and increased travel across Australia, it’s necessary that all Australian children are taught the same material by the same methods.

LAURA: sicuramente l'ORGANIZZAZIONE e' un punto di forza di questo sistema, mentre come punto negativo oserei dire che i nostri amici ozzie non studiano abbastanza, i programmi sono troppo poveri e fanno troppe vacanze.


Potresti fare un paragone tra sistema italiano e australiano:  
ENZA: Whilst the Italian education system might seem a bit more old fashioned than the Australian one, I would say that it prepares students more appropriately for university and/or employment.  First of all, students in Italy need to be very self motivated because the average teacher does not usually help out as much as an average Australian teacher.  From a very early age, students in Italy are encouraged to speak up, because the testing system is based on oral tests and exams more so than on written tests and exams.  This means that students  are encouraged to question, think critically and become very confident public speakers.  They need to be ready for “questioning” (i.e  testing) on any given day by their teacher.  This means that they spend a great deal of time at home doing homework, research and revision  for all their subjects every day.  Compared to an average Australian teenager, they have much more homework. 
Furthermore, Italian students study more subjects in high school and many at a much greater depth than their Australian  peers.
The Australian stystem often offers many extra “perks” such as new laptops for all students between years 10-12, for example, or special excursions, overseas trips, camps and so forth and this makes school life less boring , more practical and interesting perhaps than for Italian school students.
In Italy, a lot of importance is given to theory, whilst in Australia, a lot of importance is given to practice.
Most Australian schools have great facilities, such as gyms,  ovals and sporting grounds, tennis courts, home economic centres, pools,  music auditoriums, theatres, and so on, whist in Italy these things are not always availabe in the average secondary school.
The subjects studied in Australian schools are more generic , whereas in Italy , high schools offer specific disciplines.  For example, if you wish to pursue a career in languages you would go to a “liceo linguistico” which is a special high school which offers all the core subjects offered elsewhere, together with a huge selection of languages which would be the main focus of  subjects offered at the school.
In Australian schools most testing is done in written form, whereas in Italian schools, a lot of testing is also done orally.
Whilst the Italian  system focuses mainly on  preparing students for the maturita`, in Australia students can  sit for the equivalent exam (WACE) in any given subject   at vaious levels. For example,   year 12 students can sit for either Stage 2 or 3 Italian.  This means that they can either do an “easier” version of the exam( Stage 2)  or a more difficult one,(Stage 3) depending on what they wish to study in the future. 
University entrance  in Italy is based on whether the student passes their final”maturita` ” exam.  In Australia, you do not only have to pass but also gain a certain grade (ATAR score)  in order to be accepted into a particular faculty  at a particular  university.

OLIVIA: I know very little about the Italian school system, if anything at all. What I do like about the Italian school system is that children must attend 6 days a week but the school day is shorter. This system obviously fits in with the Italian lifestyle and would be difficult to adapt to here in Australia. I do think, however, that the school day in Australia is too long. After lunchtime the children are tired and bothered, especially in the summer time and especially boys who tend to play a lot of sport in their lunch break. I believe children work best early in the morning and should have a lengthy rest in the afternoon. In the evening, they can then complete schoolwork.

LAURA: mi riaggancio alla domanda precedente e insisto: noi italiani (e in genere europei) abbiamo programmi scolastici assolutamente piu' vasti e completi, diamo inoltre grande importanza alla conoscenza e all'analisi della nostra lingua e della grammatica e anche delle altre lingue per chi le studia (o almeno ai miei tempi era cosi'), mentre qui non sanno nemmeno cosa e' un soggetto o non sono in grado di fare lo spelling di una parola nella loro lingua. Comunque, non ho ancora avuto a che fare con le scuole australiane e quindi preferisco approfondire il discorso quando saro' piu' informata.


Pensi che il sistema australiano sia in grado di formare delle persone non solo in senso professionale:
ENZA: This is a very difficult question to answer.  I cannot speak for other Australian states, as each state has different standards.  However, having worked in the Western Australian education system, I would say that students that finish year 12 here are not “well rounded”  individuals.  They come out of high school with some general notions in literacy and numeracy, but have little knowledge about the world in general.  They have scant and superficial knowledge of world geography, world politics and very stereotypical knowledge of other cultures.
They have been trained to look towards the future (hence science and technology are usually their greatest strengths), but have very limited knowledge of history and their place in the world because the current system does not encourage them to look at the past. The school system in Western Australia churns out many future engineers and scientists but very few philosophers and historians.
Given its isolation, Western Australia is very removed from the rest of the world and this is reflected in its education system and the type of people that graduate from high school.

OLIVIA: Yes, I do. For me, school definitely aided in the formation of my personal identity, my spirituality, my ability to network, problem-solve, deal with humans. I can only speak from the perspective of a private school student. I do think there is a huge difference between public and private schools. Private schools nurture the students and protect them whereas public schools are less able, less-equipped and not expected to nurture students as much. One could argue that private school-students are over-protected and not presented with an accurate picture of the real world, while public school-students are more exposed to real issues and matters associated with family, adolescence, sex, drugs, etc. I have heard that private school students are more likely to drop out of university in the first year than public school-students. Perhaps this does show that private schooling doesn’t really prepare students adequately for life after school.

LAURA: ho conosciuto diversi australiani al lavoro e mi sono resa conto che nel loro campo specifico sono davvero bravi e preparati, ma per il resto li trovo un po' ingenui e fuori dal mondo (dal resto del mondo). L'Australia e' l'unico posto che conoscono e il resto sembra non essere  importante.


Cosa cambieresti di questo sistema:
ENZA: I would
Change the courses of study so that all subjects could be studied at a much  more in depth level
Make the study of at least one language  compulsory in all high schools
Change the exam system and allow for different types of testing
Give teachers  less administrative work so they can focus more on their teaching
Encourage students to think critically and question things at a young age.

OLIVIA: This is a very difficult question. Again, I don’t know enough about the system to accurately critique it.  I would change the length of the school day. I would also aim to enforce more respect for teachers. I don’t think communicating solely to the students is effective. A teacher’s work is easily undone as soon as the child returns home in the afternoon. Parents should be more involved in their child’s education and be held more accountable for their child’s performance.
There are also children who are simply not fit for school and could contribute more to society by working or doing community service. Education is crucial for a child but does the child have to learn science or geography after primary school? Some material is extremely abstract and difficult for children to comprehend and I don’t think it is right that we assess all students together in order to fit one specific mould. Society needs plumbers and carpenters, retail workers and salespeople as well as lawyers, doctors and engineers. Schools and parents should be assessing their child’s abilities at an earlier age and there should then be a specific pathway for that child to undertake in order to become a useful member of society.



Un ringraziamento sincero per la loro disponibilita' e per il tempo che hanno dedicato all'intervista!



giovedì 12 luglio 2012

L'arte del caffe'



Dunque se pensate che l'italia sia il regno del caffe', beh sfatiamo anche questo mito.
Qui in Australia il caffe' è sacro e deve essere ovviamente italianissimoooo, ecco perche' tutti i bar espongono in bella vista i nostri famosissimi marchi e le macchine del caffe' sono made in Italy.
Per capire le varie tipologie di caffe' qui down under, ci abbiamo impiegato un po', qualcosa ora ci è più chiara.
Per gli ozzie "cappuccino" è da intendersi esattamente come il nostro ma con l'obbligo del cacao.
Poi c'e' il famoso "flat white" che corrisponde esattamente al nostro cappuccino senza cacao.
C'è anche "latte" che e' il flat white messo in un bicchiere.
Hanno anche la "mocha" (da quello che ho capito) è latte con cacao (la loro cioccolata calda accompagnata da marshmallow) con uno shot (la quantita' di un normale caffe') di caffè.
Poi c'è il famoso "espresso", il "caffè macchiato", il "long black" (caffe' americano) che puo' essere  strong o weak (per quest'ultima tipologia basta allungarlo con acqua calda) e lo "short  black" che e' il nostro caffè lungo.
Il mio preferito rimane il  BABYCINO, ideale per i più piccoli. Si tratta di un po' di schiuma di latte con cacao in un piccolo bicchierino  accompagnato da marshmallow.
Ogni volta che si chiede un caffe' bisogna tirare fuori una mini enciclopedia.
Infatti il caffè qui puoi berlo al bar ("dine in") oppure prenderlo "take away" (i bicchieroni di cartone alla starbucks).
Quest'ultimo può essere small, regular o large. Puo' anche essere weak, strong or very strong (questo secondo me è a propria interpretazione), con due shots, con zucchero/senza zucchero, hot or very hot, nella cup (la nostra normale tazza per cappuccino) o in una mug (tazza piu' grande della cup)
La figura del coffee maker (il barista che si occupa solo del caffe') è richiestissima e ben pagata, quindi per chi ha vogli di venire qui fate un po' di pratica prima di partire, potrebbe esservi utile nella ricerca del lavoro.

mercoledì 13 giugno 2012

Il cibo e gli ozzie


Era da un po’ che meditavo su questo post. 
Oggi ho finalmente un po’ di tempo. 
Dunque, partiamo da una premessa: antropologicamente parlando il cibo non è solo legato al bisogno primario di nutrirsi, ma racconta molto di più. 
Può raccontare una storia personale, basta pensare a molte patologie del nostro tempo (anoressia, bulimia, ecc.) ma soprattutto racchiude una cultura.
Dunque gli australiani hanno una storia recente, questo già si sapeva, e come riflesso lo si può constatare anche nel cibo. 
Io lavoro allo Street market di Subiaco (subieco per gli ozzie, una zona molto borghese di Perth). 
Dunque questo mercato è una specie di mercato comunale dove faccio l’"all rounder" (per intendere quella che sistema i tavoli, sparecchia ecc…) nei giorni in cui non insegno a scuola. Scriverò un post su questo mercato in futuro. 
Qui, si trovano oltre a degli shops  di frutta e verdura, d’estetica e altro ancora, dei piccolissimi ristoranti dove i clienti mangiano in un area comune. 
Ecco, in questo spazio preciso si capiscono molte cose degli australiani. Gli ozzie mangiano  tanto fuori e spendono molto (ovviamente qui non c’è crisi e quindi i consumi non calano). In questo spazio del mercato si trovano dei piccoli food shops di moltissime paesi, dove chi lavora parla la propria lingua. Precisamente qui si trovano i food shops turco, messicano, francese, indiano, africano, giapponese, malesiano, thailandese, vietnamita e da quello che mi hanno raccontato un tempo c’era anche un shop italiano (quasi scontato visto che qui in Australia il cibo italiano è considerato come il top).
Detto questo gli australiani spendono gran parte del loro tempo facendo enormi colazioni o pranzi mischiando ogni tipo di cibo provenienti da ogni food shops. 
Quindi è normale vedere alle 10 del mattino mangiare zuppe asiatiche accompagnate da cappuccino (un must) e da una crèpe, o dai nachos messicani. In questo mercato spesso ho osservato l’abbondanza di cibo che si compra che spesso non si consuma ( anche questo sinonimo di un grande benessere economico). 
Da tutto questo si può capire come gli australiani, non avendo una propria cucina, attingono da ogni cultura diversa, che per loro viene vista come una ricchezza e non un ostacolo. Concludo riportando una citazione “Non c'è amore più sincero di quello per il cibo.

Pimp

mercoledì 30 maggio 2012

RIFLESSIONI SULL'ITALIA E SULL'AUSTRALIA

Oggi ho finito di lavorare prima e, per andare a Bull Creek Station ad aspettare la Giò, ho deciso di farmela a piedi.
Google Map stimava 7 km, ma sono sicuro che saranno stati di più. 
Le distanze in Australia sono ingannevoli.
Tuttavia ho deciso di camminare anzichè andare in autobus. 
Qui mi capita spesso.
Sarà la stagione, ma durante il tragitto ho attraversato tutte le zone climatiche esistenti sulla Terra.
Prima c'è stato un sole cocente, poi ha iniziato a piovere all'improvviso, poi di nuovo un sole tiepido seguito da un vento forte e gelido ed infine nuvolo.
Anche questo, credo, sia l'Australia.
Un continente duro, improvviso e pieno di sorprese.
In attesa della Giò, mi sono seduto su una banchina fuori dalla stazione e mi sono messo ad osservare le persone che scendevano dagli autobus per andare alle loro destinazioni finali.
Ce ne erano per tutti i gusti: impiegati con le scarpe da ginnastica, operai usciti da Alcatraz, studenti chiusi nelle loro divise (evito di commentare come sono "vestite" le studentesse) e cosi via.
Ho preso carta e penna ed ho iniziato a scrivere.
Ho iniziato a riflettere sull'Italia.
Il motivo di tutto ciò, penso, proviene da una risposta che ho dato in mattinata al titolare dove lavoro.
"Sei un ottimo lavoratore" mi disse all'improvviso. 
"Grazie!" rispondo senza esitazioni "è perchè vengo dall'Italia!".
A Perth tutti adorano l'Italia, soprattutto gli italo-australiani o gli emigrati di tanto tempo fa.
Nulla da dire.
Noi Italiani siamo un popolo di grandi lavoratori.
Tuttavia, a volte, lo dimentichiamo o, altre, non meritiamo di essere definiti tali.
Il motivo è semplice: ho avuto modo di parlare con alcuni Italiani e, salvo pochissime eccezioni, mi hanno sempre ripetuto la solita storia. Lamentele, lamentele e lamentele per qualsiasi motivo.
Credo che l'Italia abbia il lamento del proprio Dna.
Il più delle volte ci si  scaglia contro il lavoro (devo ammettere che ero uno di questi).
La cosa che mi lascia perplesso è che a Perth, nonostante si abbia un lavoro decente (o sia ha la possibilità di sceglierlo che è già un traguardo) ci si lamenta!
Ho sentito e letto di persone che lasciano il posto fisso e vengono a cercare fortuna in Oz.
Ho sentito e letto di persone che assicurano che in Oz regalano sponsor e visti.
Mi dispiace.
L'Australia non è il paese dei balocchi.
Non è l'Eldorado.
Nessuno regala nulla per nulla.
LIKE IT or LEAVE IT dicono gli Australiani.
L'Australia è un paese duro e per gran parte è un paese inospitale (aprite la cartina e guardate quante città ci sono nell'entroterra).
Per stare qua bisogna sbattersi e anche tanto.
Bisogna accettare tutto.
Bisogna sapere l'inglese!
Bisogna cambiare la propria mentalità quando si arriva in Australia.
In Oz ci sono tante razze, tante culture e, soprattutto, tanti modi di vivere.
Bisogna adattarsi!
Purtroppo per noi Italiani sembra difficile perchè siamo abituati troppo bene. Fin troppo!
Tempo fa ho letto un articolo molto interessante sul blog "Italians" di Severgnigni sul Corriere della Sera.
L'autore proponeva una riflessione sui cervelli in fuga invitando a capire che, tra questi, ci sono anche quelli in fuga dal proprio cervello!
Credetemi, dopo 3 mesi, ne ho visti e sentiti abbastanza.
"Tot capite, tot sententiae" dicevano i Latini.
Per cambiare le persone, bisogna prima cambiare le loro menti.
Possono esserci 100 persone, ma se il pensiero è unico, il risultato non cambia.
In Italia sembra che tutti abbiano un unico cervello, soprattutto su Facebook.
L'esempio più lampante è la famosa "tassa sugli animali".
Tutti ad indignarsi per ciò che si è rivelata un'enorme bufala.
Anzichè rimanere su Facebook ,bastava andare su Google e cercare "redditometro" o "studi di settore" per capire un po' di più.
Prima di partire mio padre mi ha sempre chiesto "Tu cosa fai per migliorare l'Italia?"
"Chiedo lo scontrino" ho sempre risposto.
Preferisco agire muovendo i muscoli della bocca piuttosto che sforzare le dita della mano e postare link contro il sistema.
In Oz, da quanto ho capito, pagare le tasse è quasi una normalità (anche qua, ovviamente, ci sono alcuni furbetti).
Alla base c'è l'onestà e la fiducia.
In Italia ci si alza la mattina e si pensa a chi ti fregherà o chi devi fregare in modo che non sia lui a farlo a te a sua volta.
Si spende tanto, si guadagna tanto e si pagano le tasse.
Credo che sia un circolo che parte tutto dall'ultimo tassello qui sopra.
Perchè in Italia non ci si riesce?
Questione di mentalità mi dicono.
Credo, però, che sia necessario iniziare pian piano, ma devono volerlo tutti.
Si deve creare una coscienza nazionale!
Come hanno fatto i primi europei in Australia: hanno iniziato pian piano a trasformare il deserto (l'ignoranza) in terreno fertile (l'onestà) su cui costruire le città lottando contro tutte le ostilità.
Ad oggi sono riuscito a disintossicarmi dell'Italia: dove prima vedevo superficialità ed idiozia ora vedo onestà e fiducia (in molti supermercati non ci sono i sensori antitaccheggio all'uscita). 
Posso dire che in Oz si respira aria di "possibilità".
E' molto dura, ma la percepisco.
Questi 3 mesi mi sono serviti per disintossicarmi dalla mentalità italiana.
In Italia, ormai, si respira aria di negatività e di astio verso tutti e tutto.
Invito tutti, in questo istante, a prendere un giornale o aprire un sito di notizie.
Fatto? Bene.
Ora guardate cosa dicono e riflettete.
A parte la catastrofe in Emilia, c'è qualcosa di positivo?
C'è qualcosa per cui essere allegri? Non credo.
In Oz, credetemi, è quasi il contrario.
Sfogli un giornale o accendi la Tv, ma non senti una parola sulla crisi.
A volte sembra di vivere in un "Grande Fratello" alla Orwell dove tutte le informazioni sono filtrate in modo da evitare che la felicità/positività della gente venga toccata.
Mi scuso per questa dura regressione, ma sentivo il dovere di farla.
E' arrivata la Giò e dobbiamo prendere il treno per Perth.
Con calma.
Senza correre.
Qua non c'è fretta.
Se hai il tempo, puoi fare tante cose.
Se non ce l'hai, lo si può sempre organizzare!

mercoledì 2 maggio 2012

IL POPOLO INVISIBILE


Camminando per le strade o nei parchi di Perth è difficile non notarli.
Le loro voci, a volte quasi degli schiamazzi, sono inconfondibili.
Non sto parlando dei backpackers e nemmeno dei tipici stereotipi dei ragazzi/e australiani alti, biondi e sempre con la tavola da surf sotto braccio.
Sto parlando del popolo invisibile dell'Australia e forse di tutto il mondo: gli Aborigeni.
Un po' di tempo fa, durante una mattinata assolata, io e la Giò siamo andati a visitare il Western Australian Museum dove, tra le varie mostre gratuite, ci siamo imbattutti, quasi per caso, in una mostra intitolata "KATTA DJINOONG" che in lingua aborigena significa "See and understand us".
Seppure, spero non volutamente, nascosta all'ultimo piano, la mostra si è rivelata interessantissima.
Con un insieme di fotografie, oggetti e artefatti aborigeni, racconta il popolo aborigeno e il loro legame con la famiglia, la terra e la continuità tra tradizione e vita contemporanea.
Soprattutto considera l'impatto che la cultura europea ha avuto su questa cultura includendo, purtroppo, i massacri, la schiavitù, i processi e la cosiddetta "Stolen Generations".
La mostra scorre lineare e si chiude con il processo di "riconciliazione" culminante con il discorso dell'ex primo ministro Kevin Rudd il 13 febbraio 2008 definito il "Sorry speech", ovvero le scuse ufficiali del popolo australiano verso gli aborigeni.


Ma perchè è considerato il popolo invisibile? 
Alzi la mano di chi ha letto, approfondito o sentito parlare del ruolo degli aborigeni?
Bene. 
Per farvi comprendere meglio la "storia" di questo popolo riporto alcuni pezzi tratti dall'interessantissimo libro di Bill Bryson "In un paese bruciato dal sole: l'Australia".
Lo storico della natura e scienziato australiano Tim Flannery definì gli aborigeni "uno degli azzardi naturali".
Nel secondo dopoguerra, nelle scuole del Queensland, insegnavano che si trattava di "creature ferali della giungla" e, addirittura, fino al 1967 gli aborigeni non erano inclusi nei censimenti nazionali.
Semplicemente, non esistevano in quanto non erano persone.
Ma lo "scempio" è iniziato ben molto prima, ovvero da quando gli Europei iniziarono a popolare le coste dell'Australia.
Lo scrittore William J. Lines nel libro "Taming the Great South Land" descrisse alcuni esempi particolari delle varie atrocità: aborigeni macellati come cibo per cani, impalati o addirittura fatti assistere alle esecuzioni dei parenti prima di essere uccisi a loro volta.
Sembra di "rivedere" i massacri commessi in Uganda e Ruanda qualche anno fa.
Eppure sono stati commessi quasi 200 anni fa e per un periodo che si è protratto molto a lungo.
I responsabili del genocidio tra Hutu e Tutsi ora sono perseguitati, mentre allora non era considerato nemmeno un crimine: infatti nel 1805 il giudice-avvocato del Nuovo Galles del Sud dichiarò che gli aborigeni non avevano sia la disciplina sia la capacità mentale per presenziare ai dibattimenti in aula.
Addirittura intorno al 1820, Lachlan Macquaire, governatore del Nuovo Galles del Sud, autorizzò le truppe della regione di Hawkesbury a "sparare su qualunque raggruppamento di aborigeni superiore a sei, anche se disarmati e senza cattive intenzioni, anche se nel conteggio erano inclusi donne e bambini".
Infine,nel 1838, alcuni uomini partirono dalla fattoria di Henry Dangar per cercare chi avesse rubato o fatto scappare alcuni capi di bestiame.
A Myall Creek trovarono un accampamento di aborigeni che erano noti per essere pacifici e inoffensivi.Furono legati in modo da comporre una sorta di palla, portati in giro per la campagna e infine fucilati. 
Interrogati, i responsabili dichiararono che non sapessero che uccidere aborigeni fosse illegale.Questi e altri omicidi furono commessi verso questa popolazione talvolta anche clandestinamente in modo da  non incorrere in processi farsa. Eppure si trova pochissimo di tutto ciò nei libri di storia e tantomeno gli australiani ignorano questi fatti.

Camminando per le strade o nei parchi di Perth è difficile non notarli.
Sono gli "emarginati" in quanto vivono ai margini della società, a volte anche volutamente in segno di protesta.
Spesso sono ubriachi, ma non molestano nessuno.
I "bianchi" australiani sembrano ignorarli, quasi schifarli. Eppure loro sono lì, esistono.
Sono loro i padri dell'Australia.
Anche questo sembra essere citato in pochi testi.
All'inizio del 20° secolo gli storici erano concordi nel ritenere che gli aborigeni avessero iniziato a colonizzare l'Australia da circa 400 anni.
Verso il 1960, la lancetta del tempo si è spostata  indietro di 8.000 anni.
Nel 1969, il geologo John Fowler scoprì i resti di una donna nel lago Mungo, nel Nuovo Galles del Sud.
La datazione al radiocarbonio stabilì che la donna fosse morta 23.000 anni fa.
Le scoperte si sono succedute nel tempo e ad oggi, si crede che i nativi arrivarono sull'isola intorno ai 40.000-60.000 anni fa.
Il problema che sorge spontaneo è il seguente: dato per assodato che l'Australia è sempre stata un'isola, come hanno fatto ad arrivare sul continente?
Non si può pensare che siano nati autonomamente in quanto non ci sono creature simili alle scimmie da cui fossero potuti discendere.
Un'ipotesi, forse l'unica plausibile, è che i primi nativi debbano essere arrivati via mare: dall'isola di Timor o dalla Papua Nuova Guinea.
Considerato questo, bisogna credere che circa 50.000 anni fa dovesse esistere un popolo sufficientemente avanzato da poter utilizzare delle imbarcazioni, simili a zattere, per attraversare il lungo tratto di oceano affrontando anche i periodici monsoni e cicloni per approdare su una terra di cui non conoscevano l'esistenza.
Fin qui, seppure incredibile, tutto bene.
La questione si infittisce nel momento in cui ci si chiede come siano arrivati anche gli animali da riproduzione.
Le ipotesi potrebbero essere due:
- un pescatore deve essere arrivato sulle coste dell'Australia settentrionale e deve aver avuto, per forza di cose, delle capacità nautiche sufficienti per memorizzare la rotta, ritornare indietro, riferire quanto visto e ripercorrere di nuovo il tratto di mare;
- un'intera comunità, su più imbarcazioni tali da poter trasportare animali e esseri umani, deve aver affrontato il tratto di mare per arrivare in Australia.
In entrambe le ipotesi, si deve essere concordi sul possedimento di capacità di gran lunga superiori ai parenti  europei o africani di 50.000 anni fa.
Il professore accademico americano Joseph Birsdell teorizzò che è sufficiente un gruppo di 25 coloni per poter produrre, nell'arco di 2.000 anni, una popolazione di 300.000 persone.
Come riporta il già nominato Bill Bryson, c'è "comunque bisogno di portare lì queste persone".
L'impresa, comunque sia andato il corso della storia, è molto affascinante e straordinario.
Soprattutto se si considera che i primi esploratori trovarono lungo le coste dell'Australia, enormi piramidi  di conchiglie, alte fino a a 10 metri e con una base di circa 2.000 metri quadrati.
Uno sforzo enorme e misterioso per questi "azzardi naturali".
E' giusto e doveroso, a questo punto, riconoscere che la cultura aborigena è la più antica e conservata in maniera continuativa in quanto dovevano possedere delle capacità tecnologiche e organizzative tali da poter sopravvivere e adattarsi in un'isola caratterizzata da ambienti inospitali e pericolosi.
Quanta attenzione hanno ricevuto queste imprese e questo popolo? Virtualmente nessuna.
Un popolo, invisibile.